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No post today!

Oggi, nella Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, ho deciso di scrivere a te.


A te, che ti fai chiamare "uomo" e che anche oggi hai fatto il bello e il cattivo tempo in casa. Sì, proprio tu, che hai deciso la giornata di tutta la famiglia senza consultare la tua donna. D'altronde, non lo fai mai. Ti senti un padreterno e la punisci quando sbaglia. Alzi le mani su di lei, ma solo quando ti fa innervosire. Perché, in fondo, non capisce mai: fa sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Non riesce a comprendere che hai tante preoccupazioni: il lavoro, le tasse, la gente che sembra coalizzarsi contro di te per farti perdere la pazienza. Poi torni a casa e quella non ti capisce. Con chi dovresti prendertela, se non con lei? Mi rivolgo anche a te, che ieri, come fai ogni giorno, l’hai seguita da casa al lavoro per controllare cosa facesse e chi incontrasse. Ti sei fatto vedere, giusto per ricordarle che non esiste un posto al mondo dove lei possa sentirsi al sicuro. E oggi, appena hai aperto gli occhi, le hai mandato il primo messaggio di insulti.

Questa lettera è anche per te, giovane "ragazzo".Ti sei innamorato, ma la storia è finita, e tu non riesci a fartene una ragione. Possibile che lei non capisca? Perché non torna indietro? Piano piano il tuo amore si è trasformato in odio e ora hai deciso di vendicarti. Le foto che vi eravate scattati quando stavate insieme sono ancora nel tuo telefono. Alcune sono intime, compromettenti. Decidi di usarle per umiliarla sui social.Quando arriva la polizia postale per fermarti, il danno è già fatto: tutti hanno visto quelle immagini. Anche sua madre, la sua migliore amica, quel ragazzo che forse  ti ha sostituito nella sua vita. Peggio per lei, pensi: non ti vuole più, e ora paga il prezzo.

Questa lettera, in fondo, è per tutti voi,"uomini" che usate la violenza fisica e psicologica come strumento di controllo e sopraffazione nei rapporti di coppia. Oggi è la Giornata contro la Violenza sulle Donne e voi sarete i primi a manifestare, a esprimere pubblicamente la vostra condanna.Perché voi non siete violenti, giusto? Sono loro, le donne, le vere responsabili di ciò che vi costringono a fare. Se solo si comportassero bene, voi sareste padri esemplari, grandi lavoratori, uomini irreprensibili. Ma queste mogli, compagne, ex fidanzate continuano a fare di testa loro. Vi lasciano soli, vi preparano il pranzo sbagliato, parlano ad alta voce proprio mentre state riposando. A volte, addirittura, pretendono di separarsi. Rendono la vostra vita un inferno. E così, ogni tanto, quando proprio esagerano, qualcuna la gonfiate di botte, fino a costringerla a nascondersi per una settimana per non mostrare i segni. Ma non capiscono mai la lezione, e ci ricascano.

Una cosa, però, voglio dirvela. Una cosa a nome delle donne che maltrattate e perseguitate. Una cosa anche a nome mio, che questo incubo l’ho vissuto sulla mia pelle: sappiate che nessuna di noi vi ama più. Nemmeno quelle che, inspiegabilmente, continuano a subire e che ancora non hanno trovato il coraggio di denunciarvi. Non vi amano più da tanto tempo. Non vi sopportano. Provano un immenso sollievo quando uscite di casa. Si sentono in pace solo quando siete assenti. Vi considerano per ciò che siete: esseri vigliacchi e spregevoli.

Ve lo dico io, e se non mi credete guardate negli occhi le donne che considerate "vostre". Dietro la paura, c’è solo disprezzo.